La cravatta da uomo: guida all’accessorio maschile per eccellenza

L’accessorio protagonista del guardaroba formale maschile si sdrammatizza, si colora e talvolta strizza l’occhio all’eccentrico. La cravatta torna alla portata degli uomini di tutte le età e diventa il complemento di stile per gli outfit più eleganti e ricercati.

Non amata da alcuni, ma pretesa dalle occasioni ufficiali, la cravatta scandisce gli outfit (ed il mood) nella vita di tutti gli uomini: lavoro vs tempo libero. Anche se una volta questa divisione era più netta, non indossarla continua ad essere espressione di un look più casual, certamente più comodo ed appunto per questo meno formale.

Scopo della cravatta è quello di coprire i bottoni della camicia e lo spazio tra di essi. Può capitare che una rotazione del busto allarghi i lembi della camicia posti tra un bottone e l’altro, lasciando intravedere canottiere, pance e petti villosi.

Provate ad immaginare una riunione molto importante o un colloquio di lavoro in cui date un simile spettacolo ai vostri interlocutori. Non è una scena molto elegante vero? Ecco quindi l’utilità essenziale della cravatta, di un nodo appropriato e, per i più esigenti, di un ferma cravatta.

Storia e origini della cravatta

Le guide allo stile maschile raccontano di un’evoluzione a partire dal taglio: inizialmente dritta e foderata con altro tessuto, si deteriorava in fretta e creava problemi con i nodi.

La paternità della moderna cravatta andrebbe riconosciuta in capo al newyorkese Jesse Langsdorft, che fu il primo a registrare l’angolo di 45° come lo conosciamo oggi. Status symbol già dai primi del ‘900, veniva indossata dai membri di un ceto sociale emergente, che volevano dimostrare di essere diventati abbienti.

La cravatta regimental, invece, identificava in base ai suoi colori l’appartenenza ad un determinato college o club, motivo per cui, in alcuni Paesi, bisognerebbe fare sempre attenzione prima di indossarne una.

 

cravatta in seta
Cravatta in seta

Come è fatta una cravatta

L’anima è il tessuto posto all’interno della cravatta e ne costituisce il sostegno. È l’elemento principale poiché, se di bassa qualità, rende l’aspetto del nodo inconsistente. Il lembo è costituito da una parte anteriore,  quella più larga, detta pala e da una posteriore chiamata codino. La fodera è invece il tessuto posteriore tra il lembo e l’anima.

cravatta in lana
Cravatta in lana

 

Tessuti per la cravatta

La cravatta per eccellenza è interamente in seta. E’ possibile indossare anche la cravatta in lana o cashmere ma solo per il tempo libero e mai in ufficio. A sua volta la seta può essere tessuto (o tinta in filo) o stampata.

La seta stampata nelle fantasie più accese è adatta alle occasioni speciali come cerimonie e party, i pattern più discreti la rendono invece perfetta per i contesti corporate.

La lana è adatta per un ambiente lavorativo dal piglio casual o per il tempo libero più raffinato. La lana misto lino, grazie all’effetto naturale del lino, si addice ad un look chic e spontaneo.

Problemi di piega con il vostro tessuto? qui un piccolo trucco per stirare la cravatta senza ferro da stiro.

cravatta blu in seta annodata su camicia
Caravatta in seta

Stile e tipologia di cravatta

Foderata? Sfoderata? 3, 5, 7, 12 pieghe? Anche qui si sprecano le corse al rialzo.

La cravatta Classica con una larghezza della pala di 8 cm è la cravatta per definizione. Un accessorio indispensabile per completare l’outfit giornaliero di tutti gli uomini metropolitani.

La versione Young è la soluzione più casual, con una larghezza ristretta di 4,5 cm. È adatta al tempo libero e alle occasioni informali da fine settimana.

La versione Sfoderata, con una larghezza di 6 cm è moderna e leggera. Senza il rivestimento interno rappresenta la scelta ideale per chi ama vestirsi con eleganza, ma non vuole rinunciare alla comodità.  Un trend molto elegante è la cravatta sfoderata, con una leggera teletta di cotone all’interno, tagliata a coda di rondine, più corta della cravatta stessa, con travetto a 24 cm dalla punta. Così leggera che sembrerà un foulard

Il non plus ultra del lusso è infine il modello Sette pieghe. Con una larghezza della pala di  8 cm, racchiude tutto il suo prestigio nella costruzione. È realizzata infatti con un unico lembo di tessuto piegato tre volte da un lato e quattro dall’altro. Non è presente nessun altro inserto o imbottitura esterna. Una cravatta sartoriale proveniente dalla scuola classica, un accessorio ricercato per chi sa apprezzare la qualità.

Infine la cravatta a maglia: quasi sempre in tinta unita, stretta e con l’estremità quadrata è ideale solo per giacche sportive d’estate.

cravatta marrone in lana e lino
Cravatta in lana lino

Lunghezza e larghezza della cravatta

La lunghezza corretta della cravatta deve coincidere, quando annodata, con la cintura dei pantaloni. In base alla statura di ognuno è quindi possibile scegliere la dimensione adeguata.

Per un’altezza inferiore a 1,65 m è indicata la versione Corta (140 cm),  tra 1,65 m e 1,85 m è consigliata la taglia Standard ( 150 cm) e per persone con altezza superiore a 1,85 m è disponibile la cravatta Lunga (155 cm).

Quanto alla larghezza, infine, siamo passati dal “padellone” di 15 cm negli anni 80 a delle sottilissime ed insignificanti cravattine da 5 cm negli anni 90.

Oggi, per fortuna, è pacifico ritenere opportuna una larghezza di 8 o 8,5 cm.

Il famigerato nodo alla cravatta

Il nodo è un’espressione di personalità: l’icona senza tempo dello stile maschile, l’Avvocato Agnelli, era solito fare un nodo a “due giri”, facendo passare la cravatta solo sotto il giro più esterno.

Gli uomini eleganti alla lettura converranno sicuramente sul fatto che il tipo di nodo dipende dal materiale e dalla composizione della cravatta.

A parità di nodo, una cravatta in lana ed una in seta possono dare risultati diversi. Scapino, Windsor, mezzo Windsor, “trinity”, il web è pieno di foto e video tutorial su nodi che oscillano tra l’osceno e il tragicomico.

E’ sufficiente sapere che la cravatta può essere annodata in ben 85 modi diversi. Di tutti questi per l’ufficio ne vanno bene solo due, il Windsor semplice o il Windsor doppio.

Il primo per cravatte dal tessuto consistente, il secondo per le cravatte più delicate. Questo consente di avere una grandezza del nodo ottimale, di circa due pollici.

Sulla grandezza del nodo, anche qui, le scuole di pensiero divergono: c’è chi considera il nodo una “creatura che deve respirare”, c’è chi lo preferisce ben strizzato, in modo da far sfioccare la cravatta al di sotto. In compenso, tutti almeno convengono sull’effetto antiestetico di un nodo senza “fossette”.

Assicuratevi che il nodo copra il primo bottone della camicia. La lunghezza della cravatta deve arrivare – a nodo eseguito – alla cintura dei pantaloni.

Cercate di fare un po’ di pratica affinché fare il nodo ogni mattina sia semplice, veloce e con un risultato perfetto.

Consigli di stile

La scelta della cravatta è quanto mai strategica. Fate sempre attenzione che non abbia lo stesso colore della camicia, è fondamentale. Evitate i colori troppo vivaci in ufficio; prediligete sempre disegni geometrici di piccole dimensioni, evitate la tinta unita in ufficio (va bene solo per le cerimonie). La cravatta a righe, o regimental, è da evitare, soprattutto con un vestito gessato.

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