Se ti è venuta una gran voglia di un capo in seersucker, è giusto che sia accaduto in questo periodo e precisamente quest’anno. Il Seersucker è infatti uno dei tessuti estivi più caratteristici, vero classico dello stile newyorkese, che ultimamente è tornato a riscuotere un certo successo anche in Europa.
Utilizzato per pantaloni, camicie, giacche, pantaloncini e per abiti, lo troveremo più che mai nelle collezioni maschili della prossima primavera estate nei toni del blu, bianco e azzurro, ma anche in una gamma di altri spesso in fantasia a quadri o a righe.
Questa breve guida contiene tutto ciò che ti serve sapere su questo tessuto dall’origine indiana: come è fatto, da dove viene, quando portarlo e soprattutto come. Inizia subito a scoprirne di più e lasciati conquistare anche tu!
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Cos’è il seersucker
Il seersucker è un tessuto estivo oggi realizzato alternando nella trama fili di cotone molto tesi a fili più morbidi: questo speciale metodo di tessitura conferisce al tessuto il suo tipico aspetto mosso e un po’ stropicciato.
Ma è sempre stato realizzato così? In effetti no. In origine i fili utilizzati erano in pura seta e cotone, di conseguenza bastava bagnare il tessuto per far sì che il cotone si restringesse e la seta no, ottenendo così la caratteristica stropicciatura.
Il particolare effetto spiegazzato, combinato alla leggerezza del tessuto in cotone, sono ciò che rende il seersucker un simbolo di freschezza per eccellenza, must-have in primavera e in estate. La morbidezza della trama genera infatti una maggiore distanza tra il tessuto e il corpo, permettendo così una maggiore circolazione d’aria tra te e i tuoi vestiti.
I prodotti più comuni realizzati con il seersucker includono abiti, camicie pantaloncini, magliette e tende. I colori più comuni del tessuto sono bianco e blu; ma il tessuto è prodotto in un’ampia varietà di colori, di solito alternando strisce colorate e strisce bianche increspate leggermente più larghe.
Origine del nome
La parola seersucker è inglese, non esiste un corrispettivo in italiano. Il termine passa attraverso l’hindi e ha origine dal sanscrito क्षीरशर्करा (kshirsharkara) e anche dalle parole persiane shîr (شیر) e shakar (شکر), che letteralmente significano “latte e zucchero”.
È un chiaro riferimento al tono bicolore della stoffa e alla sua superficie un po’ liscia e un po’ arricciata: il nome riflette la somiglianza fra strisce lisce e ruvide che caratterizzano il tessuto, e rispettivamente la consistenza liscia del latte e la trama irregolare dello zucchero.
Da dove viene
Il seersucker fu portato in Europa dalla Compagnia delle Indie Inglesi, nel XVIII secolo. Limitato in Inghilterra forse per il clima poco adatto, veniva utilizzato dalle classi sociali superiori durante i loro viaggi in Italia, durante i safari in Kenya o nelle lunghe vacanze nelle colonie Inglesi del nord America.
Proprio in America venne usato a fine Ottocento come tessuto per gli abiti da lavoro, indossato dalla manovalanza nelle industrie della ferrovia e del petrolio. Gli operai indossavano tute da lavoro, giacche e berretti realizzati da una pesante versione blu scuro in tessuto seersucker detto anche “pucker”. Proprio per la sua natura durevole e ariosa, è stato apprezzato da uomini che dovevano lavorare al fianco di locomotive calde, motori, e forni.
Si racconta che si iniziò ad utilizzare questo particolare tessuto anche in alcune occasioni ufficiali, dopo che nel 1903 Joseph Guerney Cannon, politico statunitense, si presentò al presidente Roosvelt con un abito in seersucker. Quando gli venne chiesto cosa lo avesse spinto a rompere il protocollo della formalità rispose: “Era una giornata davvero molto calda”.
Nel 1996, l’ex Senatore Trent Lott, ha avuto l’idea di istituire il National Seersucker Day, meglio conosciuto come Seersucker Thursday. L’intento era quello di portare un po’ di fascino e tradizione del Sud a Capitol Hill, per ricordare come i senatori vestivano prima dell’avvento dell’aria condizionata e onorare questa icona della moda americana.
Cosa e come acquistare
Non sai più resistere e hai deciso di concederti questo trionfo di comodità e leggerezza? Molto bene, ma valuta con attenzione il suo grado di informalità e il suo aspetto così particolare.
Se vuoi acquistare un capo in seersucker, ti consigliamo quindi di optare per uno realizzato a regola d’arte e possibilmente su misura. Questo ti eviterà l’effetto trasandato tipico di certi capi in taglia che, abbinato all’aspetto stropicciato del tessuto, darebbe un risultato molto poco elegante.
Come e quando indossarlo
Un po’ esotico, affatto banale, elegante e casual al tempo stesso: un abito, un blazer o una camicia seersucker sono dei capi originali, ma piuttosto facili da portare. Ecco qualche dritta su come indossarli.
Considerata la sua componente di informalità, vestire un abito seersucker in ufficio non è proprio l’ideale. Più facile indossarlo per un aperitivo, una cena informale o un cocktail, prediligendo i toni del blu o marrone, con stringate lucide in abbinato.
Se non hai mai indossato questo tessuto prima d’ora, un buon punto di partenza può essere l’abbinamento giacca seersucker a righe, camicia bianca button-down o t-shirt, pantalone blu navy e mocassini. Concesse anche le espadrillas in canvas! Un look classico che si adatta alla città così come alle gite fuoriporta.
Le camicie in seersucker non sono oggettivamente il massimo della formalità, ti consigliamo quindi di indossarle durante i tuoi venerdì casual in ufficio o nel weekend. Ti daranno grande soddisfazione abbinate ad un paio di chinos su misura a contrasto!