L’argomento scelto per il decimo e ultimo articolo di questa rubrica è in ossequio ad un vecchio detto che dice “Di un uomo bisogna sempre guardare le scarpe, diranno molto di lui.”
Come per molti altri accessori del guardaroba di un gentleman, anche qui le informazioni in merito sarebbero tante e non appropriate ad un semplice articolo sul web, locus per antonomasia della sintesi e dell’immediatezza, pertanto ci si limiterà a qualche rapido ma efficace pensiero. Premesso che acquistare un paio di scarpe di qualità è un investimento che dura tutta la vita, è d’uopo sfatare il mito secondo cui le scarpe costose, siccome rigide, fanno male. Un ottimo paio di scarpe, salvo casi di marketing particormente efficace, non deve mai dar fastidio e se ciò accade, la colpa è da attribuire ad una taglia o larghezza della suola sbagliate. Per quanto riguarda le scarpe fatte a mano, ecco sinteticamente i passaggi necessari a crearla: dopo la progettazione, si procede al taglio di pelle e fodera. Lo step successivo è l’orlatura, cioè l’unione dei pezzi tagliati in precedenza, che vanno a formare la tomaia. Segue il montaggio della tomaia sulla forma, la cucitura (che può essere di tipo good year, norvegese, bologna, tirolese o tubolare), la suolatura per applicare suola e tacco e, infine, il finissaggio per il colore ed il lucido. I tempi di lavorazione vanno dai venti ai trenta giorni per un paio di scarpe, perché ci sono intervalli tecnici da rispettare; alcune fasi, come quella del finissaggio, in sé richiedono dai quattro ai cinque giorni lavorativi. Il trend oggi vede un fiorire di scarpe doppia fibbia (in inglese double-monk straps perché ricordano i sandali dei monaci) e mocassini con nappine, accanto ad una presenza sempre maggiore delle slippers, a discapito dei mocassini con gommini, bolla sgonfiatasi dopo qualche anno di boom. Un consiglio: preferite sempre la suola Good Year a quella di tipo Blake, solo la prima, infatti, in caso di usura si potrà cambiare e le scarpe torneranno come nuove!Al termine di questa piacevole (almeno per me) esperienza, in cui ho avuto modo di mettere nero su bianco quello che ho imparato in questi pochi anni di interviste e che mi ha anche spinto a riaprire quei libri di stile sugli scaffali per controllare la fondatezza delle mie asserzioni, ringrazio di cuore i ragazzi di Natural Gentleman per l’opportunità offertami e tutti voi lettori (Dudes) per i vostri feedback entusiasti. In definitiva, a coloro che giudicano futili tutti questi discorsi sullo stile, è bene rammentare che è l’insieme di tanti dettagli che rende l’uomo elegante e che, soprattutto, “clothes don’t make the man, but they can help a man look great”. 😀
Scritto da Fabio Attanasio, autore del blog thebespokedudes.com